Che cos’è normale? È difficile dare una risposta, perché ciò che è normale per qualcuno potrebbe non esserlo per qualcun altro. Ma di sicuro discriminare una donna non è normale. Manipolare una donna non è normale. Usare una donna non è normale. Uccidere una donna non è normale. A volte tutto questo accade purtroppo, sempre più spesso, per mano di “mariti” o “fidanzati”, che scriviamo di proposito tra virgolette perché un compagno di vita è una persona che ti ama, una persona con la quale hai un legame fortissimo, quello dell’amore, e se ti fa violenza psicologica o fisica fino ad ammazzarti, non ti ama di certo. L’amore non può essere mai controllo o possesso, dovrebbe essere sempre dolcezza e rispetto. Avvengono talmente tante violenze ed omicidi ormai nei confronti delle donne, che è stato necessario coniare un nuovo termine, femminicidi. Il caso di Giulia Cecchettin è stato l’ultimo di una lunga serie, il cui solo pensiero fa venire i brividi. Siccome stiamo crescendo, e da ragazze stiamo diventando giovani donne, quello che vorremmo dire è che non vogliamo crescere con la paura, non è giusto, non vogliamo crescere con la paura di incontrare un uomo sbagliato che ci possa rovinare la vita o addirittura privarci di essa, non vogliamo crescere con la paura di uscire e di tornare a casa da sole la sera, con la paura di esprimere un pensiero, il nostro, o che ci venga controllato il cellulare da un compagno come se fosse una cosa normale, che ci venga impedito, semplicemente, di andare a ballare e a divertirci con le amiche. Vogliamo crescere libere, libere di amare, di essere spensierate, di alzarci la mattina, guardare fuori dalla finestra e affrontare serenamente la giornata, senza che nessuna di noi debba sentirsi in colpa per il fatto di essere donna. Chiediamo solo di avere la possibilità di essere felici. E siamo certe che, anche se incontreremo degli ostacoli e delle difficoltà nella vita, dietro ad ogni nuvola nera, piena di pioggia e tuoni, si nasconde sempre un cielo azzurro con il sole, si nasconde sempre una luce, un arcobaleno meraviglioso. Perché ciò accada, però, è necessario che cambi la mentalità di molti uomini e che i ragazzi che stanno crescendo insieme a noi capiscano, diventando grandi, che le donne non sono un loro possesso, un oggetto di cui possono disporre come vogliono. Per questo siamo contente di averne parlato in classe, di aver affrontato l’argomento e di aver partecipato sabato 2 marzo, insieme ai nostri compagni maschi, alla manifestazione “JUST THE WOMAN I AM”, organizzata dal CUS Camerino (ringraziamo il Presidente Stefano Belardinelli per aver coinvolto la scuola in questa bellissima iniziativa), con il patrocinio del Comune e dell’Università di Camerino. Abbiamo fatto una camminata di cinque chilometri, insieme anche ai nostri docenti di scienze motorie, in un clima di festa, ci siamo divertiti tutti insieme e siamo stati tutti sensibilizzati a comprendere l’importanza della salute e della prevenzione, dei corretti stili di vita, dell’inclusione e la parità di genere. È stato un modo diverso, ma altrettanto importante, di fare scuola. E tutto ciò è di buon auspicio per il futuro.

Da alcune alunne delle classi terze della scuola media “Boccati” di Camerino