Babbo Natale e la Befana irreperibili, entrambi rinchiusi in uno spazio senza luogo e senza tempo.Immaginiamo un Natale senza luci, senza addobbi, senza Babbo Natale e senza Befana.- Che Natale è? – chiedono i bambini.Mentre le Istituzioni si adoperano per fronteggiare una simile emergenza ecco che i bambini, rannicchiati sotto un mantello (forse magico oppure mistico ndr) si ritrovano nel Paese degli Invisibili e si mettono nei panni di coloro che soffrono, dei poveri, dei bambini che vivono nei paesi in guerra, delle persone sole. “Si chiama empatia ed è bagaglio fondamentale per la crescita umana di ogni individuo”. In simili contesti sono i gesti di solidarietà a dare quel calore che lenisce la sofferenza e la paura di quei bambini per cui il Natale sparisce sotto i bombardamenti: pensiamo agli Scout palestinesi che hanno fatto il cerchio, hanno cantato, hanno preso per mano… nonostante tutto. Per questo, ospiti sul palco anche rappresentanti del gruppo Scout di Camerino che quest’anno festeggia gli 80 anni dalla sua fondazione. “Nei momenti difficili, quando non si ha nulla, sono le cose semplici come la musica, il sorriso di qualcuno, una gentilezza inaspettata, la solidarietà, a dare calore, a sostituire le paure con i sogni, ad accendere speranza che diventa quasi una carezza che ti sprona a dire va tutto bene, è ancora Natale”.Al culmine dello spettacolo gli affetti, la famiglia, l’amicizia: gli stessi familiari degli alunni di quinta diventano attori sul palco, facendo brillare quella luce capace di illuminare il buio circostante, diventando, per i bambini, importanti come un faro per i naviganti. “Il presepio di oggi è fatto da gente comune, genitori, familiari, semplicemente amici o a volte anche sconosciuti che ci fanno una gentilezza: quanto ci fa piacere ricevere un sorriso? La verità è che abbiamo tutti un dono… che è la parte migliore di ciascuno, se la condividiamo se la mostriamo agli altri è come fare il regalo più autentico e prezioso”. Quando il Natale ha fatto breccia nei cuori, Babbo Natale e Befana tornano dai bambini, per mantener vivi lo stupore e la meraviglia, perché “Lo spirito natalizio, bambini, è in quello che voi credete e non in quello che vedete”.Una scelta voluta quella dei docenti della Scuola Primaria “Salvo D’Acquisto” e del Dirigente Prof. Francesco Rosati per questo Natale 2023: dar voce ad un altro punto di vista, riflettere su altri significati del Natale, lontani da luci, addobbi e aspetti consumistici. Il Dirigente ha colto l’occasione per ricordare, dal palco, che Ugo Betti ha dedicato due novelle, nella raccolta Le Case (Mondadori, 1933), al tema della povertà. In particolare, ne I poveri, l’Autore descrive il senso di colpa che prova il protagonista del racconto, un maresciallo, nell’osservare impotente l’ennesima manifestazione di piazza dei poveri. “Ma noi… ma noi… – balbettava il brigadiere con un gesto supplichevole e quasi infantile – che colpa ne abbiamo noi? Noi abbiamo fatto quello che potevamo. – Ma sentiva che questo non era vero, che bisognava aver fatto anche qualche altra cosa; che forse bisognava, chi sa? accostarsi a costoro, persuadere dolcemente, parlare veramente, stare veramente uniti. Forse occorreva cercare insieme il perché di tutto questo male, trovare insieme le consolazioni, occorreva tanto rispetto, tanta delicatezza, tanta intelligenza ed anche tanto amore. Ma tutto questo non era stato fatto, e il brigadiere si trovava abbandonato, perduto, sotto nuvole enormi e sentendo un rimorso e uno sgomento mortali” La prima fase del percorso, progettato nell’ambito del progetto “Il Teatro fa scuola” è terminata con lo spettacolo “Meno male che c’è Natale”, messo in scena martedì 19 dicembre alle ore 21 presso l’Auditorium Benedetto XIII. I laboratori attivati nelle varie classi sono stati calibrati in base all’età ed altri fattori, attraverso l’utilizzo di semplici scatole di scarpe… scatole vuote, scatole vecchie e a volte brutte da riutilizzare, da riempire con pensieri, da aprire, da imitare. La curiosità, l’immaginazione e la meraviglia dei bambini hanno lasciato ampio spazio a importanti spunti di riflessione che fossero universali, inclusivi e condivisibili.Che cosa ti piace del Natale?Mi piacciono i regali e mi piace stare in famiglia, con amici e parenti.Che cosa non ti piace del Natale?Mi piace tutto… anzi… non mi piace che Natale finisce, perché quello che provo è tanto bello.

“Finisce solo se lo vogliamo noi… Natale pianta il seme della consapevolezza… ma questo seme dovrà germogliare e crescere… e solo tu puoi coltivarlo… con la musica e i buoni sentimenti…. impara a conoscere il tuo dono… custodiscilo ricordalo e condividilo con il prossimo”. Anche il coinvolgimento dei familiari ha avuto una motivazione che va oltre la mera rappresentazione scenica: riflettere sugli affetti, sul concetto di famiglia come punto di riferimento che a volte, in determinate situazioni, può essere rappresentato anche da un nonno, una zia, un amico. Si ringrazia il Comune di Camerino per il costante supporto da sempre offerto alla Scuola. Antonella Nalli, vice-sindaco e assessore alla cultura, e Silvia Piscini, assessore all’istruzione, a conclusione dello spettacolo si sono complimentate dal palco con i bambini, le maestre e i genitori (sempre presenti nel sostenere la scuola), salutando la folta platea che gremiva l’auditorium augurando a tutti buone feste.

Si ringrazia Unicam per la concessione dell’Auditorium Benedetto XIII.

Si ringraziano tutte le famiglie per la fiducia, l’entusiastica partecipazione e la collaborazione al progetto.