Anche i bambini della classe terza del plesso Betti, stamattina hanno parlato di memoria. Lo hanno fatto attraverso le parole di una poesia scritta da un bambino di Terezin, il ghetto dove 15000 giovani sono stati rinchiusi durante le persecuzioni nazifasciste. La “fortuna” di questi bambini è stata che tra i prigionieri ci fossero illustri pedagogisti, che hanno curato la loro educazione attraverso attività espressive. Sono nate così immagini, poesie ed anche due riviste. 
Il brano scelto stamattina era la farfalla: i bambini hanno scritto la poesia, l’hanno letta e poi interpretata con il movimento. Al termine hanno realizzato i loro disegni. 
Hanno poi visto un video che  parlava delle pietre d’inciampo, che sono un altro esempio di arte per non dimenticare. Perché quello che è stato non doveva essere e affinché non sia mai più.